1. Il 2 giugno, tra ricerca storica e celebrazioni pubbliche

Il 2 giugno 1946 rappresenta, per l’Italia, una tappa cruciale all’interno della fase di transizione democratica avviata dopo la fine della Seconda guerra mondiale: la scelta repubblicana, l’elezione dell’Assemblea costituente, la fine della monarchia. Ma al di là dell’esito elettorale e referendario, a determinare l’importanza del «momento repubblicano» [Ridolfi 2020] fu anche il corredo emotivo, simbolico e rituale che contraddistinse quei giorni. Se la storiografia, nel corso degli anni, ha ricostruito a più riprese quel passaggio della storia italiana [1], diverso è il discorso delle celebrazioni, o meglio, della festa del 2 giugno. Istituita nel 1947, questa festività ha vissuto diverse fasi, fino ad essere declassata nel 1977 [2] e quindi riabilitata – grazie all’iniziativa dell’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi – nel 2000 [3]. Al rilancio di questa ricorrenza, non pare però essere corrisposto nel Paese un diffuso «sentimento repubblicano» [Ridolfi 2021], tanto da far affermare che «il referendum del 2 giugno 1946 non è entrato nell’identità collettiva» [Bidussa 2016]. A partire dal 2016, in occasione del 70° anniversario, si sono a tal proposito moltiplicate iniziative pubbliche e accademiche, promosse dalle istituzioni, dagli storici e dal mondo associativo, volte alla divulgazione e alla conoscenza dell’evento. Ne sono quindi nati progetti innovativi, capaci di tenere assieme le esigenze storiografiche e quelle della Public history, rivolti a pubblici e generazioni diversi.

Fig. 1. La locandina de “Alle origini della Repubblica: il 2 giugno e le sue storie”.
Fig. 1. La locandina de “Alle origini della Repubblica: il 2 giugno e le sue storie”.

2. Alle origini della Repubblica. Il convegno di Rimini

Le riflessioni e gli sviluppi sovraesposti sono stati l’oggetto del confronto che ha animato Alle origini della Repubblica: il 2 giugno e le sue storie, convegno svoltosi a Rimini il 6 e il 7 ottobre 2021, nato dalla collaborazione tra la Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco) e l’Istituto nazionale Parri, promosso dall’Istituto storico per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della provincia di Rimini (Istituto storico di Rimini) [4]. Le due giornate sono state suddivise in tre sessioni, nelle quali sono stati presentati progetti e ricerche realizzati negli ultimi anni.

La prima giornata si è aperta con interventi relativi al tema della didattica e della Public history [5]. La scuola e il web, in questo senso, sono due strumenti essenziali per la costruzione di un immaginario repubblicano, oltre che per strutturare percorsi di educazione civica finalizzati alla conoscenza della nascita della Repubblica. Barbara Spazzapan (Istituto di storia contemporanea di Piacenza) ha presentato il progetto Tante speranze in un segno di matita: le tre elezioni del 1946 nella provincia di Piacenza, realizzato in occasione del 70° anniversario, rivolto alle scuole, con lo scopo di rendere gli studenti coscienti del valore civile del voto e dell’importanza della partecipazione delle donne alla vita politica. Lo studio della Costituzione – intesa come codice comportamentale di grande valore culturale e pedagogico – ha affiancato l’analisi, su scala locale, del triplice voto del ’46: il referendum, le elezioni politiche e quelle amministrative. Dal punto di vista metodologico, agli studenti è stata consegnata una selezione ragionata di documenti d’archivio e a stampa, cha ha costituito il supporto per una analisi delle fonti e per la realizzazione di una restituzione pubblica tenuta alla fine dell’anno scolastico.
Agnese Bertolotti (Università della Tuscia e di Viterbo), ha esposto gli esiti del percorso didattico Le celebrazioni del 2 giugno e l’immaginario repubblicano nella Tuscia inserito nel progetto Sissco de Il2giugno.it [6]: strutturato in due parti, una teorica (quattro lezioni frontali) e una laboratoriale (realizzata attraverso la ricognizione delle fonti nell’Archivio di Stato di Viterbo, oltre che dello spoglio della stampa locale) si è concluso con un intervento tenuto dagli studenti all’interno del convegno La nostra Repubblica. Il 2 giugno nella storia e nelle memorie civili [7].
Caterina Liotti (Centro documentazione donna Modena) e Giovanni Taurasi (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena) hanno presentato Segni nella città [8], progetto nato nel 2016, in occasione del 70° anniversario del primo voto delle donne italiane che, in un triennio, ha portato alla realizzazione di un docu-film dedicato all’onorevole modenese Gina Borellini [9], ad uno spettacolo di storytelling sulle donne modenesi nella Ricostruzione [10] e a un libro [Liotti, Taurasi 2019].

Nel prosieguo del convegno, sono seguiti interventi relativi ad alcuni casi studio locali [11]: l’analisi territoriale, infatti, permette di restituire la complessità del voto del 2 giugno [Adorno 2020; Forcellese 2020], oltre che di superare la tradizionale – e semplicistica – lettura dell’evento che troppo spesso si è concentrata sul dualismo tra un Nord a maggioranza repubblicana e un Sud monarchico. Rocco Lentini (Istituto Ugo Arcuri per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria) e Vittorio Cappelli (Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea) hanno esaminato il caso calabrese, il primo soffermandosi sui rapporti di continuità tra fascismo e Repubblica, il secondo tracciando un profilo dei calabresi eletti all’Assemblea costituente [Cappelli, Palma 2020]. Marco Minardi (Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma) ha invece esposto gli esiti di una ricerca condotta dai ricercatori dell’istituto, confluita in un volume curato da Teresa Malice [Malice 2019], nella quale sono stati studiati molteplici aspetti e problematiche del 1946 parmense [12].

L’ultima sessione è stata, infine, incentrata sul tema della Giustizia di transizione [13], ovvero quell’insieme di provvedimenti giudiziari e legislativi imbastiti – nell’immediato dopoguerra – allo scopo di punire i crimini perpetrati durante il conflitto [Bernardi, Neppi Modona, Testori 1984], un fenomeno che ha accompagnato, e per certi versi determinato, la nascita della Repubblica. A tal riguardo, tra gli strumenti adottati, particolare rilevanza hanno assunto le Corti d’assise straordinarie (Cas), organismi giudiziari “straordinari” attivi tra il 1945 e il 1947, responsabili a livello provinciale del giudizio sugli imputati accusati di collaborazionismo [Nubola, Pezzino, Rovatti 2019]. La ricerca sulle Cas emiliano-romagnole è stata oggetto dell’intervento di Metella Montanari (Istituto storico Modena), la quale ha presentato il progetto Giustizia di transizione in Emilia-Romagna [14], che raccoglie e censisce – all’interno di un portale web – la totalità delle sentenze delle corti di Reggio Emilia, Modena e Ferrara [15]. Il portale mette inoltre in evidenza, attraverso infografiche e schede di approfondimento, il confronto tra le diversi corti, relativo alla rigidità del giudizio, alla tipologia di condanne e alle assoluzioni, dove è possibile apprezzare differenze notevoli tra le province, come ad esempio il numero di condanne a morte inflitte agli imputati: cinquantasei per Reggio Emilia, quattro per Modena e nove per Ferrara.

Il tema della giustizia, in una prospettiva più ampia, è stato affrontato anche nell’intervento di Maria Di Massa (Istituto storico piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea), nel quale è stato tracciato il percorso giurisprudenziale che – tra il 1945 e il 1954, nelle sentenze – definì il ruolo giuridico e la natura della Repubblica sociale italiana (Rsi). Se dopo il 1945, nei pronunciamenti delle Cas e della Corte di Cassazione, emerse la definizione di governo illegale, il 26 aprile 1954 intervenne una sentenza del Tribunale supremo militare (Tsm) [16], nella quale la Rsi veniva riabilitata e intesa come «un’organizzazione statuale, sia pure di fatto […] avente capacità giuridica propria»; veniva inoltre riconosciuta la legittima belligeranza ai militari di Salò, status invece negato ai partigiani. Il Tsm, tra le varie cose, si poneva l’obbiettivo di superare le logiche punitive del dopoguerra e di proseguire quel percorso di «anelito di pacificazione», avviato nel giugno 1946 dalla cosiddetta amnistia Togliatti. Sebbene questa sentenza non abbia avuto alcuna fortuna in ambito giurisprudenziale, essa è però divenuta un manifesto politico negli ambienti neofascisti [Di Massa 2019].

L’intervento di Paolo Caroli (Università Humboldt di Berlino, Fondazione Fossoli) ha chiuso, infine, il convegno con una analisi dell’amnistia Togliatti, uno dei primi atti dell’Italia repubblicana, che ebbe un ruolo centrale nella risoluzione della giustizia di transizione. Al di là degli aspetti più controversi – tra tutti si pensi all’applicazione dell’art. 3 – Caroli si è concentrato sul valore costituente di questo atto, che si è sviluppato parallelamente alla nascita della Repubblica e della Costituzione. La scelta, da parte del governo di unità nazionale, di esercitare il potere di clemenza in relazione ai crimini del fascismo e della Rsi, si inseriva all’interno della costruzione di un patto nazionale, che avrebbe dovuto traghettare l’Italia fuori dagli strascichi della guerra civile [Caroli 2020]. Questa politica del perdono avrebbe però dovuto essere accompagnata dall’elaborazione di una memoria collettiva sui crimini e sulle responsabilità del fascismo: in questo, le forze politiche e la società civile hanno manifestato gravi lacune alimentando, per certi versi, talune ambiguità e fragilità della nascente Repubblica.

Bibliografia

  • Adorno 2020
    2 giugno. Nascita, storie e memorie della Repubblica, vol. 2, Territori culture politiche e dinamiche sociali, a cura di Salvatore Adorno, Roma, Viella, 2020.
  • Bidussa 2016
    David Bidussa, La Repubblica italiana, settantenne e senza tradizione, in «Gli Stati Generali», 3 gennaio 2016, https://www.glistatigenerali.com/presidente-della-repubblica/la-repubblica-italiana-settantenne-e-senza-tradizione/.
  • Bernardi, Neppi Modona, Testori 1984
    Luigi Bernardi, Guido Neppi Modona, Silvana Testori, Giustizia penale e Guerra di Liberazione, Milano, FrancoAngeli, 1984.
  • Bertolotti 2020
    La nostra Repubblica. Il 2 giugno nella storia e nelle memorie civili, a cura di Agnese Bertolotti, Viterbo, Edizioni Settecittà, 2020.
  • Cappelli, Palma 2020
    I calabresi all’Assemblea costituente, a cura di Vittorio Cappelli, Paolo Palma, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2020.
  • Caroli 2020
    Paolo Caroli, Il potere di non punire. Uno studio sull’amnistia Togliatti, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 2020.
  • Di Massa 2019
    Maria Di Massa, La Nazione e l’«anti-Nazione» nella giurisprudenza del dopoguerra (1945-1954): i giudizi sulla Repubblica sociale italiana nelle sentenze ordinarie e militari, in «Qualestoria», ٢ (2019), pp. 12-31.
  • Dogliani, Galimi 2020
    2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica, vol. 4, L’Italia del 1946 vista dall’Europa, a cura di Patrizia Dogliani, Valeria Galimi, Roma, Viella, 2020.
  • Forcellese 2020
    2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica, vol. 3, Geografie del voto e istituzioni, a cura di Tito Forcellese, Roma, Viella, 2020.
  • Liotti, Taurasi 2019
    Caterina Liotti, Giovanni Taurasi, Libera ogni gioia. I segni delle cittadine a Modena tra Liberazione e Costituzione 1945-1948, Roma, BraDypUS, 2019.
  • Malice 2019
    Parma ’46. Dal fascismo alla democrazia, a cura di Teresa Malice, Parma, Mup, 2019.
  • Nubola, Pezzino, Rovatti 2019
    Giustizia straordinaria tra fascismo e democrazia. I processi presso le Corti d’assise e nei tribunali militari, a cura di Cecilia Nubola, Paolo Pezzino, Toni Rovatti, Bologna, il Mulino, 2019.
  • Ridolfi 2020
    2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica, vol. 1, Il “momento repubblicano” nella costruzione della democrazia, a cura di Maurizio Ridolfi, Roma, Viella, 2020.
  • Ridolfi 2021
    Maurizio Ridolfi, Per una storia del “sentimento repubblicano”. Il 2 giugno nel calendario civile, in «Italia contemporanea», 296 (2021), pp. 174-192.
  • Ridolfi, Ravveduto 2020
    2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica, vol. 5, Immaginari, linguaggi e rituali, a cura di Maurizio Ridolfi, Marcello Ravveduto, Roma, Viella, 2020.
  • Ridolfi, Totaro 2020
    2 giugno. Nascita e memorie della Repubblica, vol. 6, I numeri del referendum istituzionale, a cura di Maurizio Ridolfi, Pierluigi Totaro, Roma, Viella, 2020.

Risorse


Note

1. Tra i tanti lavori, si segnala il progetto 2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica, che raccoglie i risultati di una ricerca triennale (2018-2020) promossa dalla Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco) i cui risultati sono pubblicati in sei volumi editi da Viella [Ridolfi 2020; Adorno 2020; Forcellese 2020; Dogliani, Galimi 2020; Ridolfi, Ravveduto 2020; Ridolfi, Totaro 2020].

2. Legge n. 53 del 5 marzo 1977, Disposizione in materia di giorni festivi.

3. Legge n. 336 del 20 novembre 2000, Ripristino della festività nazionale del 2 giugno, data di fondazione della Repubblica.

4. Il convegno, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Rimini e il contributo dell’Assessorato alla Cultura, è stato inserito nel programma delle iniziative previste per ricordare il 50° anniversario della fondazione dell’Istituto storico di Rimini.

5. La prima sessione, dal titolo Repubblica e cittadinanza, è stata presieduta da Filippo Focardi (Università di Padova e coordinatore scientifico dell’Istituto nazionale Parri) e ha avuto come discussant Maurizio Ridolfi (responsabile scientifico del progetto 2 giugno della Sissco).

6. https://il2giugno.it/.

7. https://il2giugno.it/2019/05/25/la-nostra-repubblica-il-2-giugno-nella-storia-e-nelle-memorie-civili/. Una parte dei contributi realizzati dagli studenti è stato raccolto in un volume a cura di Agnese Bertolotti [Bertolotti 2020].

8. http://www.segninellacitta.it/.

9. Un estratto del docu-film è disponibile al link: https://youtu.be/0JxG0pm5hRI.

10. Il trailer dello spettacolo è disponibile al link: https://youtu.be/Qxz883VU6mk.

11. La seconda sessione, dal titolo I molti volti del 1946, è stata presieduta da Mirco Carrattieri (Istituto nazionale Parri) e ha avuto come discussant Enzo Fimiani (Istituto nazionale Parri).

12. Dalla ricerca è nata anche una rubrica web dal titolo Verso il 2 giugno. Parma ’46, disponibile al link: https://www.istitutostoricoparma.it/storia-digitale/calendario-civile/verso-il-2-giugno-parma-46.

13. La terza sessione è stata presieduta da Giovanni Focardi (Università di Padova) e ha avuto come discussant Roberta Mira (Libera Università di Bolzano).

14. https://cas.900-er.it/.

15. Il progetto prevede, nei prossimi anni, la raccolta dei dati relativi alle restanti province emiliano-romagnole.

16. Il Tribunale supremo militare, con la sentenza del 26 aprile 1954, interveniva sul caso di alcuni ufficiali della Legione Tagliamento, accusati e condannati in primo gradi per omicidio, sevizie e saccheggi. Il Tsm ribaltò la pronuncia di primo grado, assolvendo gli imputati per il reato di omicidio e applicando l’amnistia per gli altri crimini di collaborazionismo.