1. L’analfabetismo religioso

La relazione tra analfabetismo e pluralismo religioso in Italia e in Europa è da lungo tempo dibattuta, ma raramente analizzata secondo chiavi proprie della ricerca storica. Nel paesaggio culturale italiano si rileva statisticamente l’ignoranza pressoché totale della Bibbia [Diamanti 2014], la produzione di idee fantasiose sulla struttura dottrinale o cultuale della fede nell’ambito della quale si viene educati alla nascita [Melloni 2014], la superficialità con la quale si leggono le fedi estranee al proprio immaginario, la difficoltà di codificare una geografia religiosa che registra prossimità inedite [Naso e Salvarani 2012], ma sono poche le soluzioni proposte che vadano oltre il dibattito sull’ora di religione a scuola.

Nei tempi più recenti la mancanza di strategie di introduzione del sapere sulle religioni nell’educazione alla convivenza è emersa con virulenza e a discapito di tutti in occasione, ad esempio, di attacchi terroristici di matrice islamica o di conflitti che vedono le religioni coinvolte direttamente, ma con un ruolo spesso ignorato.

Minimizzare la conflittualità sociale e i suoi costi in favore del dialogo e del rispetto reciproco richiede oggi di introdurre nelle dinamiche sociali una maggiore e migliore conoscenza e comprensione dei fenomeni religiosi. L’analfabetismo religioso è uno degli aspetti dell’analfabetismo funzionale che la società italiana sperimenta in modo sempre più dannoso e la risposta non può che essere calibrata sulla base degli strumenti che, oggi, contribuiscono alla formazione di coloro che la compongono.

Analizzare, comprendere e contrastare l’analfabetismo religioso significa ridurre i costi sociali che rendono più complicati processi di integrazione e di convivenza tra culture e religioni diverse nello spazio in cui viviamo e che è testimone di prossimità inattese tra culture e religioni sino a poco tempo fa estranee le une alle altre.

L’analisi storica ci dice che questa mancata alfabetizzazione funzionale risale nella sua stratificazione più profonda all’epoca post-tridentina [Ferrari 2012], ma grazie all’apporto di sociologi, politologi, giuristi, filosofi, psicologi e filologi è però possibile fronteggiare il fenomeno, individuando contenuti e strumenti che possano raggiungere un vasto pubblico e modularsi secondo le sue necessità.

A tal fine, dal 2012 la Fondazione per le scienze religiose di Bologna ha aperto un cantiere di ricerca che negli anni ha coinvolto e continua a coinvolgere più di 50 studiosi e studiose italiani e internazionali e ha avviato collaborazioni con istituzioni accademiche locali (Università di Modena e Reggio Emilia - Unimore, Regione Emilia-Romagna), nazionali (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) e internazionali (Lund University, Goldsmiths University of London, Trinity College of Dublin).

I risultati di questi anni di attività sono stati, oltre alle attività seminariali e ai corsi tenuti nelle sedi delle istituzioni coinvolte, un primo volume, Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia, curato da Alberto Melloni (il Mulino, 2014), il portale PARS, presentato qui di seguito, e un secondo volume, Religious Literacy, Law and History. Perspectives on European Pluralist Societies, curato da Francesca Cadeddu e Alberto Melloni (Routledge, 2019).

Dagli studi è emersa non solo la fotografia di questa «accettata mancanza di strumenti di conoscenza di una esperienza di fede, i testi sacri che la fondano, le sue pratiche culturali, le norme interne ed esterne, i dinamismi storici che la percorrono e la modificano» [Melloni 2014, 5], ma anche e soprattutto la necessità di immaginare delle strategie di lungo termine che coinvolgano i risultati e gli attori della ricerca scientifica nella creazione e disseminazione del sapere sulle religioni. È stato rilevato inoltre che l’approccio modulato e partecipativo agli utenti del sapere è ad oggi la base su cui costruire strategie di alfabetizzazione di successo, ma che le informazioni e i contenuti a carattere religioso presenti sul web risultano spesso organizzati in modo non strutturato, frammentario e poco attento alle necessità dell’utente ultimo. Più genericamente, è difficile reperire contenuti di qualità, specialmente in lingua italiana.

Ciò che si è reso quindi necessario è l’introduzione di un sistema di selezione dei contenuti sulla base della qualità e della scientificità, che scardini il sistema “Wiki” in favore di un metodo di acquisizione e riutilizzo delle fonti in modo appropriato [Bailey 2010].

2. Il portale

Considerate le potenzialità di formazione dal basso espresse dalle piattaforme digitali in termini di numero di persone raggiungibili, interconnessione e multimedialità, PARS. Portale di formazione e informazione per il contrasto dell’analfabetismo religioso [https://www.pars-edu.it/], un progetto nato all’interno del Dipartimento di educazione e scienze umane di Unimore (Cluster Smart Cities e FAR 2016), in collaborazione con la Fondazione per le scienze religiose e la Regione Emilia Romagna, è uno strumento che offre uno spazio di raccolta, fruizione e condivisione di materiali specifici sul tema delle religioni.

PARS vuole rispondere infatti a una idea di alfabetizzazione bottom-up: intende mettere a disposizione del pubblico un insieme di strumenti di auto-comprensione e di risorse digitali che abbiano a tema le religioni, e agevolare la comprensione del tessuto religioso italiano e l’alfabetizzazione religiosa proponendo in chiave interdisciplinare un nucleo di nozioni appartenenti a diverse tradizioni religiose, arricchite da un insieme di informazioni utili per poter cogliere la complessità dell’identità religiosa e le intersezioni tra religione, storia e cultura.

L’intento primario che ne ha guidato l’ideazione è mettere a disposizione degli utenti sia contenuti per l’apprendimento individuale sia contenuti per chi opera nelle scuole o in altri ambienti educativi e non sa come affrontare temi in qualche modo connessi alle religioni – oppure conosce i temi ma non sa con quali risorse poter costruire un percorso di apprendimento.

3. Perché il portale?

Il tema del pluralismo religioso e del dialogo culturale è oggi parte imprescindibile del dibattito pubblico e della costruzione di una società inclusiva che ambisca alla riduzione dei costi sociali delle disuguaglianze in favore dei benefici dati dalla comprensione reciproca e dalla cooperazione.

Se il 93% dei ragazzi e delle ragazze italiani usa internet quotidianamente e il 92,1% degli studenti e delle studentesse (circa nove milioni) usa un computer, soltanto il 16% utilizza a scuola contenuti e strumenti digitali (fonte Ministero dello sviluppo economico, Agenda digitale italiana).

Per questo motivo, all’interno del contesto scolastico e del life long learning, nuove pratiche di accesso e gestione della conoscenza e della didattica rappresentano un’occasione particolare per stimolare, in maniera più dinamica e interattiva, l’apprendimento e l’educazione anche rispetto al tema del pluralismo religioso, attraverso il potenziamento delle tecnologie in nostro possesso (social network, app, web).

4. A cosa serve il portale?

PARS è un centro di raccolta d’informazioni e nozioni aperto a tutti, costruito da tanti e condiviso, che si costituisce come luogo di comunicazione e scambio e che contribuisce alla creazione di una rete di utenti o gruppi di utenti che partecipano, interagiscono, si confrontano. Nello scambio, ciascun interlocutore acquisisce familiarità con gli argomenti e con la diversità.

Fig. 1. Consigli di lettura
Fig. 1. Consigli di lettura

PARS si propone di agevolare la comprensione del tessuto religioso contemporaneo e l’alfabetizzazione religiosa proponendo un nucleo di nozioni di natura storica, teologica, dottrinale, scritturale, rituale, sociale, comunitaria e esperienziale appartenenti a diverse tradizioni religiose e spirituali e utili per poter cogliere la complessità dell’identità religiosa e le intersezioni tra religione, storia e cultura.

Il processo di creazione partecipata e condivisa permette inoltre di attrarre nuovi utenti, fidelizzarli e apprendere da loro quali sono le esigenze di conoscenza e quali le problematiche più vive per cui cercare soluzioni. 

La modulazione dei contenuti secondo tipologie (kit auto-formativi, voci di glossario, voci enciclopediche, infografica, pubblicazioni e news), che risponde ad esigenze e capacità cognitive diverse, permette la fruizione dei contenuti tanto da parte di studenti e docenti che di un pubblico più ampio, ciascuno stimolato a partecipare dell’accrescimento della conoscenza della propria cultura e di quella altrui.

Fig. 2. Infografiche
Fig. 2. Infografiche

È stata condotta inoltre una sperimentazione del portale tra due diversi gruppi d’insegnanti per testare l’efficacia dei percorsi individuati, dei materiali predisposti e della loro fruizione.

All’interno della piattaforma è possibile individuare i contenuti secondo coordinate spazio-temporali interdisciplinari e interagire attraverso i social network più comuni così da creare una relazione dinamica tra i luoghi, le persone, gli strumenti e i contenuti.

I destinatari sono insegnanti, studenti e giornalisti, ma anche diplomatici, impiegati nell’amministrazione pubblica, professionisti dei diversi settori economici che nella lettura dei kit formativi proposti – un insieme di risorse per la comprensione autonoma di un dato tema (dalla mistica sufi al concetto di blasfemia, dai sunniti al jainismo, dalla libertà religiosa al buddhismo tibetano, ecc.) – potranno trovare informazioni utili a comprendere il contesto lavorativo e sociale nel quale operano.

Fig. 3. Kit formativi
Fig. 3. Kit formativi


Bibliografia

  • Bailey M. 2010
    Media, religion and culture: An interview with Michael Wakelin, in “Journal Of Media Practice”, 11/2
  • Diamanti I. 2014
    Gli italiani e la Bibbia, Bologna: Dehoniane
  • Ferrari A. 2012
    La libertà religiosa in Italia. Un percorso incompiuto, Roma: Carocci
  • Melloni A. (ed.) 2014
    Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia, Bologna: il Mulino
  • Melloni A. e Cadeddu F. 2019
    Religious Literacy, Law and History. Perspectives on European Pluralist Societies, London: Routledge
  • Naso P. e Salvarani B. 2012
    Un cantiere senza progetto. L’Italia delle religioni. Rapporto 2012, Bologna: Emi

Risorse