Al Teatro Luciano Pavarotti di Modena la sera del 21 novembre 2016 (con replica riservata alle scuole la mattina del giorno successivo) si è tenuta la prima nazionale dello spettacolo di danza #Cittadine! Alla conquista del voto, realizzato da 113 giovani ballerine e ballerini delle scuole di danza modenesi. Lo spettacolo, attraverso testi storici e letterari, immagini, musiche e coreografie, racconta la storia del suffragismo italiano, dall’Unità fino al 1945, anno in cui le donne conquistano il diritto di voto. Tra i testi storici, lo spettacolo dà vita alla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791) di Olympe de Gouges, ma anche a interventi parlamentari come quelli di Giuseppe Zanardelli in risposta alla petizione promossa da Anna Maria Mozzoni (1880), di Filippo Turati ispirato dalle posizioni suffragiste di Anna Kuliscioff (1913), e di Angela Guidi Cingolani appena entrata alla Consulta. Alcuni quadri rappresentano brani letterari come, ad esempio, Una donna di Sibilla Aleramo, Pane nero di Miriam Mafai, L’Agnese va a morire di Renata Viganò e, ancora, A guardare le nuvole di Mirella Tassoni. Alcune scene sono state ispirate da articoli e inchieste giornalistiche dei primi anni del Novecento, promosse dalle associazioni suffragiste italiane, che restituiscono le posizioni sul voto alle donne di Maria Montessori, Antonio Fogazzaro, Margherita Sarfatti e di altri intellettuali dell’epoca.

Molte le immagini e i filmati dell’epoca che contestualizzano le tappe del percorso rappresentate dalle coreografie a indicare il passare del tempo e lo scorrere dei grandi eventi dall’Unità d’Italia, alla Prima guerra mondiale, al fascismo, alla Seconda guerra mondiale, alla nascita della Repubblica italiana. Quello che merita di essere raccontato nei particolari dell’esperienza fatta con #Cittadine! Alla conquista del voto è soprattutto la sua costruzione che ne fa un bel esempio di prodotto, anche didattico, volutamente realizzato con la metodologia della public history. La sfida che volevamo affrontare, come Centro documentazione donna di Modena in occasione del 70° anniversario del primo voto delle italiane, era quella di trovare la chiave per una narrazione pubblica che facesse uscire dall’oblio la storia del suffragismo italiano. L’opportunità di ricerca e di sperimentazione di nuovi linguaggi per diffondere la storia delle donne è stata trovata all’interno di un progetto molto ampio denominato #Cittadine. I segni nella comunità e sulle città che abbiamo promosso insieme all’Istituto storico di Modena, al Comune di Modena e alla Fondazione Cassa di risparmio, per indagare la grande innovazione della presenza femminile nella scena pubblica modenese dal 1945 al 1948.

L’incontro decisivo si è avuto con la Federazione nazionale delle associazioni delle scuole di danza che da anni coinvolge le scuole di danza nel progetto Leggere per… ballare con cui, a partire dalla lettura di testi storici e/o letterari di vario genere, promuove l’incontro tra le scuole di danza e le scuole tradizionali per trasmettere valori sociali attraverso il linguaggio emozionale della danza. La Federazione ha risposto positivamente alla proposta di costruire uno spettacolo nuovo, con una drammaturgia capace di raccontare gli eventi salienti del percorso verso la conquista dei diritti politici femminili, mettendo a disposizione del Centro documentazione donna un gruppo molto capace e appassionato di professionisti: dal regista Arturo Cannistrà, all’educational performer Eva Calanni, passando poi ad Alessandro Baldrati per le musiche e agli attori Elina Nanna ed Enrico Vagnini per le voci narranti, fino alla costumista Francesca Vandelli e alle insegnanti delle scuole di danza per le coreografie. E così è iniziato un lavoro di gruppo nel quale ognuno ha dato il suo contributo sulla base delle proprie competenze.

La costruzione della drammaturgia, nella quale mi sono impegnata in qualità di storica con Paola Gemelli, è stata un’operazione complessa. Innanzitutto occorreva riuscire a collocare gli eventi delle prime richieste di cittadinanza femminile dentro alla cornice della storia del concetto di cittadinanza e della storia dei diritti, da sempre elusivamente al maschile. Tanti erano poi i contenuti e le specifiche del suffragismo italiano nelle sue richieste di uguaglianza dei diritti e di valorizzazione delle differenze, tanti erano i grandi eventi che lo avevano attraversato e influenzato e che dovevano necessariamente ritrovarsi nella narrazione, e tutto doveva essere contenuto nei 50/60 minuti di spettacolo. Ogni tassello doveva contribuire a rendere evidente quello che le storiche hanno impiegato decenni ad affermare con chiarezza: l’esclusione delle donne dalla sfera pubblica non è né una dimenticanza, né un ritardo ma invece un elemento costitutivo delle categorie di “cittadino” e di “politica”. Nella storia non esiste un concetto di cittadinanza come diritto neutro, o corrispondente a entrambi i sessi che abitano il mondo, quanto invece il “cittadino”, quale soggetto sessuato maschile. Una storia che ancora segna e induce a riflettere sulla permanenza di forti discriminazioni sociali tra uomini e donne nel nostro Paese, e che fa dire a molte studiose a 70 anni di distanza da quella conquista del diritto di voto, che la cittadinanza femminile in Italia è ancora incompiuta.

A giudicare dalle emozioni che lo spettacolo è riuscito a trasmettere, dei commenti raccolti tra il pubblico, tra le insegnanti, le studentesse e gli studenti, e dalle prime recensioni, riteniamo l’operazione riuscita. E ora inizia il viaggio di #Cittadine! da Modena per l’Italia.

Risorse on line

Due recensioni:
https://leggereperballare.wordpress.com/2016/11/22/cittadine-alla-conquista-del-voto/
https://leggereperballare.wordpress.com/2016/11/30/francesca-vandelli-giovane-costumista/